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Immagine del redattoreMet Bio

Il Cavallo Tolfetano

Una delle bellissime sorprese che il territorio del Biodistretto MET ci regala


Quando si parla di cavalli e si va a cercare con attenzione, di regione in regione, se ci siano razze equine non troppo diffuse ma allo stesso tempo profondamente radicate nel territorio, si scopre quanto, il Cavallo Tolfetano, sia parte fondante della cultura e delle abitudini di un popolo come quello della Maremma.


Questo cavallo che stiamo per scoprire e conoscere non è tra i più noti e diffusi ma ha delle caratteristiche straordinarie, una bella origine e attitudini che lo rendono facilmente re-impiegabile anche oggi quando ormai nei campi e nel mondo dei trasporti i cavalli non sono più particolarmente utili, tranne le dovute eccezioni.



La selezione naturale in un ambiente tra i più ostili e scarso di risorse, oltre alla tradizione locale, hanno consentito la conservazione di questo patrimonio genetico. Il momento storicamente più importante è stato quando i cavalli tolfetani venivano utilizzati per i lavori in campagna, come cavalcature dai butteri per accudire il bestiame brado, come animali da soma e da tiro leggero, ma soprattutto per la trita, per la quale essi erano particolarmente apprezzati anche nei paesi vicini e in tutto il viterbese.



Il turismo equestre sta valorizzando la razza equina Tolfetana per la sua duttilità, facendo conoscere il mondo dei butteri e della monta da lavoro maremmana.; accompagnando la costruzione e la gestione di itinerari escursionistici, delle ippovie permanenti, della sentieristica, e di altri punti di fruizione del paesaggio rurale come nel caso del territorio del Biodistretto MET.

Diversi operatori turistici locali, infatti, oltre a diverse associazioni di settore si adoperano, negli ultimi anni, per favorire l'interscambio culturale attraverso proposte ed iniziative che riguardino la diffusione dei prodotti biologici, il recupero dei piatti tipici, la riscoperta dei mestieri tradizionali e la conoscenza dei luoghi, dei siti archeologici ed artistici meno conosciuti, favorendo così un turismo lento, sostenibile e responsabile.

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